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Orione,
nella mitologia greca, era il cacciatore selvaggio in competizione con Artemide,
immortalato nel cielo notturno nella omonima costellazione. Nel dipinto mi
riferisco naturalmente alla costellazione, la stessa ove gli antichi egizi
vedevano Osiride, il signore del Duat.
Nella piana di Giza, in
Egitto, le tre piramidi (Cheope, Chefren e Micerino) sono allineate
esattamente come le tre stelle della cintura di Orione lambite, tra l'altro, dal
fiume celeste della Via Lattea, proprio come il Nilo sfiora le piramidi.
Inoltre, nella grande piramide, i presunti condotti di aerazione puntano la
stella Sirio, nella camera della regina e Alnitak, la prima stella della cintura
di Orione, dal condotto della camera del re. I riferimenti a questa
costellazione sono talmente precisi da non poterli considerare solo delle
coincidenze.
Osiride, raccontano i Testi delle Piramidi, uomo e dio
al contempo, divenne il primo re d'Egitto, e sua sorella Iside divenne sua
consorte... Set, suo fratello, complottò contro di lui, l'uccise e lo tagliò a
pezzi che sparse per tutto l'Egitto. Iside raccolse segretamente i pezzi del
defunto marito e lo ricompose portando magicamente Osiride in vita, almeno il
tempo necessario per ricongiungersi e poter generare Horus. Osiride si trasformò
in un essere stellare (Orione) e andò a governare il regno Celeste dei morti (il
Duat) mentre Horus, suo figlio, dopo aver sfidato e vinto suo zio Set a duello,
divenne il primo faraone d'Egitto

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