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Elèmire
Zolla asserisce che “la bellezza, questa sospensione
della finzione quotidiana durante l’atto di dipingere o musicare o foggiare o
semplicemente contemplare, non può considerarsi una finalità da raggiungere con
accorgimenti e sacrifici, è tutt’altro: dono, grazia. Come grazia è gratuita,
senza causa…”.
la "finzione quotidiana" di Zolla, evidentemente, è il
vivere. Già questo mi intriga, perché, per contrapposizione logica, alla
finzione si antepone il vero, ma quale? Se fingere equivale a vivere, non
esistere vuol dire "verità"? Forse la realtà che implicitamente lascia intendere
Zolla è indefinibile, impalpabile e irraggiungibile, tranne nel raro caso della
bellezza, che riesce, anche solo per poco, a rompere il velo che ci separa dal
Vero. E la bellezza si crea per grazia, senza ragione alcuna, attraverso l'Arte.
Anche l'artista, o colui che produce "il bello", ipotizzo
proseguendo nel ragionamento, è mero strumento passivo di quel dono divino che
chiamiamo arte. Non per questo l'artista gode del bello più di chi lo contempla,
direi piuttosto che le due figure, almeno nell'atto di fruire del bello, si
equivalgono. Artista, secondo me, è colui che, grazie alla bellezza, si lascia
trasportare dalle magiche atmosfere che l'opera trasmette, oltre il varco delle
apparenze.
Così come la materia, una volta plasmata, si trasforma in
opera d'arte, sono certo che anche l'uomo, passando attraverso un processo di
trasformazione alchemica, può trasformare se stesso in qualcosa di bello, o
meglio, come direbbe Zolla, in dono o grazia gratuita, senza causa...
Questa trasformazione, secondo la tradizione alchemica, viene
chiamata "la grande opera" e consiste in vari fasi, prima della quali è l'opera
al nero, o negredo, dove presumibilmente si intende la conoscenza (evidentemente
non piacevole) della nostra umanità, e soltanto dopo si può accedere alle fasi
più elevate, fino a quelle sublimi.
Dovremmo solo lasciarci condurre dalla bellezza oltre la
finzione della quotidianità, approfittando dell'attimo che riesce a rapirci
durante la contemplazione. Anche il tempo, in questo caso, è mera illusione.
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