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Horus, figlio di Osiride e di Iside, è il primo faraone e dio incarnato, in quanto rappresentante di Osiride in terra. Dio solare e terrestre, dopo aver combattuto e vinto Seth, lo zio che uccise Osiride, è l'emblema della vittoria contro l'ingiustizia. Come Osiride è signore del Duat, il  regno stellare della vita dopo la morte, Horus è l'incarnazione terrena del faraone di cui reca le insegne. Tutto ciò che era terreno, nella concezione egiziana, aveva la controparte in cielo. "Come in alto così in basso" recita il detto ermetico; e "come in cielo così in terra", recita non casualmente il "Padre Nostro" cristiano. Racconta Plutarco che in Egitto la calamita è detta "osso di Horus" e il ferro "osso di Seth". Perché, come la calamita attrae o respinge il ferro, così il movimento del cosmo, che è vitale, positivo e razionale, a volte attrae il male blandendolo con la persuasione, altre volte lo respinge nel vuoto infinito. Horus è rappresentato sotto forma di falco, e lo strappo nero nella juta che ho dipinto, delinea proprio il segno del falco. L'occhio dipinto in basso nel papiro è un altro simbolo del dio, poiché, come racconta il mito, Horus lo perse in battaglia contro lo zio. La spalla destra, che ho reso anatomica, contrasta col resto della figura stilizzata, similmente al dio, che in parte è uomo.