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Iside, dopo Hator, era venerata come la "madre del dio". Considerata "dea di tutte le dee" anche oltre i confini dell'Egitto, Iside entra a far parte del Pantheon religioso del vasto impero romano; sicuramente, tra tutti, il culto popolare pił diffuso e saldamente radicato. L'accoppiamento mitico con Osiride ne faceva la gravida per eccellenza, la "vergine", la "sposa divina", la signora della magia e del cielo. La sollecitudine nei confronti del divino Horus la faceva apparire come divinitą protettrice esemplare. La consueta raffigurazione  di "Iside lactans" verrą poi esattamente copiata dalla iconografia cristiana.
Iside, come Osiride, veniva rappresentata in cielo da una controparte stellare. Per la dea si trattava della stella Sirio, una delle stelle pił luminose del nostro cielo notturno, sita nella costellazione del Cane Maggiore a solo otto anni luce e mezzo dalla terra, e posta ai piedi della costellazione di Orione, l'Osiride egizio. Sirio-Iside brilla di luce sfavillante nei mesi invernali nel cielo notturno dell'emisfero boreale, e, per i sacerdoti egizi, il suo ritorno periodico del levare eliaco (la prima apparizione di questa stella dopo un'assenza periodica, quando sorge all'alba  prima del sole) era di capitale importanza per il computo del calendario, detto appunto, sotiaco. Infatti, tra un levare eliaco e il successivo, trascorrevano esattamente 365,25 giorni, quasi un anno solare. Il capodanno egizio coincideva, appunto, col giorno del levare eliaco di Sirio.